domenica 13 dicembre 2015

A caccia dell'Orso


In questo periodo decisamente frenetico e pieno di cose da fare è veramente difficile trovare un attimo per fermarsi... per fermarsi a scrivere poi, ancora più difficile.
Ma oggi ho deciso di ritagliarmi un attimo. Il bimbo più grande legge Geronimo Stilton, il piccolo festeggia il primo compleanno del suo bambolotto Giacomo con tutti i suoi pupazzi, il papà aiuta il figlio "adottivo" (mio cugino adolescente che passa spesso di qua) a fare i compiti di inglese e io prendo possesso del computer!
La settimana scorsa abbiamo fatto un giretto nella Piazza del nostro paese per incontrare Babbo Natale e accompagnare Tommaso al Concerto di Natale delle Scuole dell'infanzia. Fuori dalla chiesa avevano allestito delle bancarelle pro-asilo, in cui si vendevano marmellate, dolci, biscotti, lavoretti manuali e..... libri!!!!
Appena abbiamo visto A caccia dell'Orso abbiamo deciso di comprarlo. Era da un po' che questo libro, scritto da Michael Rosen e illustrato da Helen Oxenbury, era nella mia wish list, sia per tutte le bellissime recensioni che ho letto, sia perchè nel 2013 ha vinto il premio Andersen il mondo dell'infanzia come miglior libro mai premiato.
Il racconto narra di un gruppo di amici che parte per una caccia all'orso. L'idea dell'autore nasce da una canzone della tradizione popolare scozzese e in effetti questa storia potrebbe quasi essere cantata.
Il libro è divertente e piuttosto ripetitivo, il gruppetto durante la caccia trova un campo d'erba, un fiume, un bosco, una tempesta e ogni volta "Non si può passare sopra. Non si può passare sotto. Oh no! Ci dobbiam passare in mezzo!"




Finalmente in una grotta stretta e buia trovano l'orso..e cosa si fa quando si incontra un orso? ma che domande, si scappa a gambe levate!!! E l'orso insegue il gruppo di bambini fino a casa, al sicuro sotto al piumone!!!
Su questo libro si trovano moltissime recensioni e commenti in quanto è un classico della letteratura per bambini. A noi è piaciuto soprattutto per la musicalità e il ritmo, è divertente e si presta moltissimo alla lettura a voce alta. La prima parte, quella della caccia, un po' più lenta e cantilenante lascia il posto poi alla parte della fuga, più veloce e incalzante, proprio come quelle danze popolari che ad ogni strofa accelerano un po' il ritmo.
E visto che alla fine i bimbi della storia si rifugiano tutti sotto al piumone, cosa c'è di più bello che leggerlo tutti insieme nel lettone in una fredda domenica di dicembre?

mercoledì 2 settembre 2015

L'alfabeto dei sentimenti


Chi di noi non ricorda i libri delle scuole elementari dove si imparava a leggere e scrivere? A come Albero, E come Elefante, H di Hotel, I come Imbuto..... 
Ebbene, oggi vi vorrei presentare un alfabetiere molto particolare.
Si tratta del libro L'alfabeto dei sentimenti scritto da Janna Carioli e magistralmente illustrato dalla bravissima Sonia M.L. Possentini, che ho avuto l'onore di conoscere ad una presentazione.
Mi è stato consigliato da un libraio molto particolare di Asiago e devo ringraziare mio marito per avermelo fatto incontrare.
E' in un formato stretto e lungo e ad ogni pagina corrisponde una lettera, e ad ogni lettera corrisponde un sentimento in forma di poesia. Pagine piene di tutte le emozioni, di tutte le sensazioni che provano i bimbi e gli adulti; eh sì, anche i bambini provano le stesse sensazioni che proviamo noi grandi, ma rapportate al loro mondo. Tutto è descritto con un linguaggio semplice e comprensibile dai nostri piccoli mostri che possono immedesimarsi con facilità e trovare parallelismi con la loro vita di tutti i giorni.  
Chi di voi ha mai odiato qualcosa da piccolo? Io odiavo i colletti finti e i maglioni di lana che mi pizzicavano le braccia.

Odio le felpe senza cappuccio.
Odio chi mi scarabocchia l'astuccio.
Odio i bottoni nelle magliette.
Odio le maniche troppo strette.
Odio le scarpe con i lacci uguali.
Odio che devo portare gli occhiali.
Odio gli zaini senza le scritte.
Odio i disegni con le righe dritte.
Odio il pesce senza patate
    .....e le zanzare in estate!

E ci sono proprio tutte: c'è l'Amore, la Curiosità, l'Egoismo e la Fretta (chi non è mai in ritardo alla mattina??), c'è l'Identità, la Nostalgia, la Quiete e la Rabbia.





Ogni pagina è un mondo, un sentimento e un'immagine, vorrei scrivervele tutte. In ogni pagina noi adulti possiamo riconoscerci, nel presente e nel passato, e così i nostri bimbi. Ad ogni età possono dare diverse interpretazioni a quello che leggono, possono ricordare un'esperienza e possono dare un nome a qualche strano sussulto del loro piccolo cuore che non sanno riconoscere ancora appieno.
Ma la cosa più importante che ci insegna questo libro è che le emozioni bisogna esprimerle, raccontarle. Bisogna parlare dei nostri sentimenti, altrimenti sono solo nostri. 

Z ZITTO

Un sentimento zitto
sta lì. Certo che esiste.
Puoi essere contento
oppure molto triste
ma se non lo sai dire
a chi ti vive accanto
quel sentimento vive
per te. Per te soltanto.
perciò, non fare il duro
racconta quel che senti.
Ci sono le parole
per tutti i sentimenti.

sabato 29 agosto 2015

Lupo o pecora?


Sto passando un periodo non semplice e sono sempre di corsa (mio marito mi ha definito "un ibrido tra una trottola e una centralinista"). Ovviamente la lettura e l'acquisto di nuovi libri non si fermano mai, ma il blog ne ha un po' risentito.
Vorrei riprendere i miei racconti oggi con un libro simpatico sull'inversione dei ruoli, argomento che è stato trattato spesso anche da altri racconti o film, e che trovo sempre attuale.
Si tratta di Lupo o pecora? della raffinata artista Linda Wolfsgruber.
Un lupo cattivissimo e una tranquilla pecora saggia vivono insieme e per tutta la durata del libro non fanno che prendersi in giro. 
Che noia essere una pecora buona che distribuisce caramelle, prepara maglioni con la sua morbida lana e ama le coccole!!
Che strazio un lupo che ulula a ritmo di rock, mangia chili di zuppa e fa i dispetti ai gatti!!!
Ma alla fine il libro riserva una magnifica sorpresa…che non svelerò!





Le immagini particolari e dettagliate rendono il libro ancora più divertente.
Ma chi all'apparenza è pecora è davvero saggio e tranquillo? E chi sembra un lupo sotto sotto è così cattivo e terribile?
E alla fine è meglio essere una prudente e tenera pecorella o un lupo antipatico e spietato?
Vorrei farvi notare che nel lato in basso a sinistra dell'ultima immagine che ho caricato c'è una scritta in maiuscolo…. C'é in quasi tutte le pagine e alla fine forma la frase: ognuno di noi a volte è un po' pecora e a volte è un po' lupo….

domenica 15 marzo 2015

Il sedere del re


Era da un pezzo che nella nostra lista dei desideri c'era questo libro dal titolo curioso e divertente. 
Si tratta de Il sedere del re di Raquel Saiz e illustrato da Evelyn Daviddi. 
Ai bambini piaceva molto l'idea di una storia che parla di un sedere, anche perché a quest'età la parola "sedere" (come altre sul tema) fa sempre un po' ridere..
E così nella nostra ultima visita alla libreria l'abbiamo ordinato e dopo qualche giorno, con nostra somma gioia, è arrivato sul comodino dei mostri!
Una mattina un re si alza, si veste, si mette la corona e va a fare colazione, ma quando si siede sulla sedia un ago si pianta sul suo sederone a righe.
Chiede al domestico di toglierlo, ma il domestico non è abbastanza importante per toccare il sedere del re...così corre a chiamare il conte, ma nemmeno il conte è abbastanza importante, né il marchese, né il duca. L'ultima possibilità è la regina che era impegnata, anche lei come gli altri prima, in faccende reali di massimo valore (si stava togliendo i baffi con la pinzetta), ma la regina ha cose più importanti da fare che toccare il sedere del re.... e alla fine lo trovano un modo togliere l'ago? Certo, tutti insieme!!


E' un libro divertente e un po' sciocco, con immagini semplici e comiche. Il sederone a righe del re con l'ago conficcato è comico e dissacrante allo stesso tempo, così come lo sono le incombenze in cui sono affaccendati tutti reali e le corse che fanno per raggiungere il sovrano in difficoltà.
Secondo me è un libro che si presta molto alla recitazione e alla lettura animata, anche perché è abbastanza ripetitivo.. e poi diciamocelo, è bastato il titolo a far sorridere anche noi grandi!

sabato 7 febbraio 2015

La sedia blu


 A settembre Andrea ha cominciato una nuova avventura:la scuola elementare! E che gioia adesso vederlo guardare e scegliere i libri da leggersi da solo!
Le maestre hanno dotato la classe di una piccola biblioteca dove i bimbi possono prendere in prestito i libri e riportarli una volta letti e il primo che Andrea ha portato a casa è stato La sedia blu di Claude Boujon.
Questo racconto è un piccolo inno alla fantasia dei bambini, che con l'immaginazione possono andare ovunque e ogni oggetto acquista ai loro occhi funzioni e forme che noi adulti neanche ci sogniamo.
E' il caso di Botolo e Bruscolo, due cani che da soli nell'arido e vuoto deserto vedono ad un certo punto un puntino blu... E' una sedia blu, che diventa ben presto un rifugio, una scrivania, un camion, una barca, un attrezzo da domatore e tante altre cose..
Chi ha figli sa quante cose può diventare un semplice scatolone visto con gli occhi sognanti di un bambino.



Ad un certo punto, a rovinare tutto il divertimento, arriva un cammello. Lui sulla sedia si siede perché è a questo che serve, punto e basta.
"Andiamocene" disse Bruscolo all'amico "questo cammello non ha nessuna immaginazione."
"Oltretutto non è neanche un cammello, è un dromedario. ha una gobba sola" aggiunse Botolo, che amava la precisione.
E' capitato anche a noi, forse, da bambini, l'arrivo dell'adulto razionale fa scoppiare la bellissima bolla di sapone del sogno, della fantasia.
Per fortuna non tutti gli adulti hanno perso la capacità di immaginare e di stupirsi dei bambini, e credo che quelle che sanno andare oltre alle apparenze sono davvero persone speciali.
Questo libro è semplice, essenziale, come si vede dalle immagini, quasi privo di dettagli, ma cosa c'è di meglio di un deserto per scatenare la fantasia?

martedì 27 gennaio 2015

Il mostro del sonno


Finalmente eccomi qua, a soddisfare una richiesta che è arrivata, non senza mia meraviglia e stupore, da il mio orso preferito: mio marito.
E' andata così: circa dieci giorni fa ho cominciato un corso, che mi occupa un paio d'ore una sera alla settimana. A Natale avevo espressamente richiesto a Babbo Natale dei libri per i miei cuccioli, tra cui Il mostro del sonno di Maria Vago e Anna Laura Cantone. Quella sera la lettura richiesta dai bimbi è stato proprio quel racconto. La mattina dopo trovo questo:


Ovviamente non posso esimermi da una simile richiesta ufficiale e sono veramente felice di farlo!!
Il libro tratta in maniera ironica e tratti un po' splatter le paure dei nostri bimbi. Il protagonista, Pietro, non riesce ad addormentarsi perché da solo al buio nella sua cameretta sente un sacco di rumori. Prova a nascondersi sotto le coperte ma soffoca e ha caldo; prova a stare immobile.... ma il sonno non arriva. Sotto al suo letto è nascosto un mostro, che non vede l'ora che Pietro cada tra le braccia di Morfeo per infilarsi nei suoi sogni e spaventarlo.... Ma se il bambino non si addormenta?
Spazientito il mostro esce dal suo nascondiglio e prova ad insistere affinché il piccolo si addormenti. Prima lo minaccia: "Fai uno sforzo, avanti....Altrimenti ti mangio!", ma Pietro si spaventa (non tanto perché il mostro è buffo) e non si addormenta. Provano a rilassarsi e a contare le pecore, poi l'idea: una favola della buonanotte! 
Ma che storie può conoscere il mostro se non di paura e terrore?



Se lo scopo del libro è affrontare e superare le paure, le storie che il mostro racconta sono adattissime, con particolari orribili e spaventosi. La cosa positiva è che il libro non sminuisce le paure dei bambini, come spesso facciamo noi adulti, anzi... e forse per questo è molto più efficace.
Anche il mostro umanizzato, alla Monster &Co, rende la creatura molto meno cattiva e paurosa di come sembrava all'inizio. Oppure semplicemente non conosce altro se non paura, terrore e cose orripilanti da mostri....
Alla fine Pietro decide di prendere in mano lui la situazione e raccontare una BELLA storia al mostro, del riccio e della mela e della fata Primavera. E il mostro pian piano si addormenta......
E Pietro? Di nuovo solo al buio nella sua cameretta.... 


E' un po' di giorni che in casa nostra si parla del fatto che " ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria"; no, non parlo di fisica dinamica, ma del fatto che se facciamo le carezze ad un cane lui ci lecca mentre se gli diamo un calcio ci guadagnano come minimo un morso... Lo stesso vale con le persone e probabilmente anche con i mostri!!! 



martedì 6 gennaio 2015

Mostri


Più di un mese fa, durante una passeggiata in centro con tutta la famiglia, mi sono fermata, come è mia abitudine, a sbirciare qualche libro in una delle librerie di paese.
Mi ha subito attirato un libretto, dall'aria innocua e molto famigliare: Mostri di Russell Hoban, illustrato da Quentin Blake.
Non ho potuto fare a meno di comprarlo, ovviamente; il motivo primo è stata l'attrazione immediata per quelle immagini che hanno riempito la mia infanzia.. eh sì, perché il signor Blake ha illustrato quasi tutti i miei libri preferiti, da quelli di Roald Dahl a quelli di Bianca Pitzorno. Insomma, diciamo che posso ritenerlo quasi uno di famiglia!!
Questo libro che ha quasi la mia età, ha una storia semplice e molto attuale, narra di un bambino come tanti di nome John che ha una passione: disegnare mostri.
Anche ad Andrea piace tanto disegnare mostri, ha imparato dal sua caro amico Dario. Ma mentre i mostri di Andrea sono buoni e combattono contro i cattivi, i mostri di John sono orribili, squamosi, pelosi, sassosi e verdurosi, aggrediscono le persone e litigano tra loro facendo un sacco di strani versi.
I genitori di John sono molto preoccupati e la loro apprensione aumenta quando John comincia a creare un enorme mostro "a puntate" su un gigantesco foglio di carta da pacchi.




I genitori contattano allora il professore di arte del bimbo che li liquida tranquillamente sottolineando la bravura del figlio e la "naturale inclinazione dei bambini per i mostri".
Non contenti interpellano il dottor Plunger, che prescrive delle pillole e…..basta, il finale non lo racconto!!!
Il libro è molto divertente e spiega agli adulti che spesso siamo noi con le nostre preoccupazioni e ansie a dare vita ai "mostri" dei nostri figli, siamo noi che cerchiamo e indaghiamo e analizziamo ogni comportamento dei nostri figli che ci sembra discostare dalla "normalità"… ma in fondo cos'è normale?
Il finale è ironico, surreale e un po' noir… sottile, forse non facile per i bimbi, ma a noi grandi strappa sicuramente un sorriso e un pensiero: sarà il caso di vivere la vita con un po' di serenità in più senza prenderci troppo sul serio?