sabato 3 settembre 2016

I cinque malfatti


Settembre, si ricomincia dopo il periodo delle vacanze estive.
Io rientro portandomi bellissimi ricordi del mio viaggio in Francia, dai colori, ai profumi.
Ai libri.
Del libro di cui vorrei parlare oggi è stato scritto di tutto. Si perché è un libro meraviglioso e anche perché la sua autrice (che preferisce essere definita illustratrice), Beatrice Alemagna, ha la capacità di arrivare dritta al cuore di adulti e bambini con le sue parole e ancor di più con i suoi disegni.
I cinque malfatti parla di cinque amici un po' strani. Uno è bucato, uno piegato, uno molle, uno capovolto e infine uno sbagliato. Insomma erano malfatti.



Vivevano felici nella loro casa sbilenca divertendosi a discutere su chi tra loro fosse il più malfatto.
Un giorno arrivò un tipo perfetto.
E vuole trovare una soluzione, un progetto, per questi malfatti che sbagliano tutto, ma senza prendersi molto sul serio.


Scopriamo così che i cinque amici non sono delle nullità, anzi, hanno saputo trovare dei pregi nel loro essere malfatti. Il bucato ad esempio non si arrabbia mai, perché la rabbia gli passa attraverso, il piegato raccoglie tra le sue pieghe tutti i ricordi, il capovolto vede le cose da un altro punto di vista… Insomma tutti hanno saputo trovare il lato bello di sé.
Con una infinita dolcezza questo libro ci insegna ad essere felici per quello che  siamo, proprio come i personaggi del libro. E quale bambino (e adulto) può non innamorarsi all'istante di un libro simile?


I cinque splendidi protagonisti di questo libro ci insegnano una semplice ma non sempre evidente verità: siamo tutti un poi' malfatti e se riusciamo a fare dei nostri difetti il nostro punto di forza possiamo vivere felici. Inoltre se riusciamo a dare anche ai difetti degli altri una valenza positiva possiamo imparare molto.
E i perfetti? Fanno la fine che si meritano, ma non ve la svelo…

Della stessa autrice ho parlato anche qui e qui


domenica 12 giugno 2016

La storia del leone che non sapeva scrivere


A volte non sappiamo fare una cosa, ma poco ci importa, fino al momento che fare quella cosa ci serve. Allora saperla fare diventa una missione.
La storia di cui voglio parlare oggi parla proprio di questo. E' La storia del leone che non sapeva scrivere, di M. Baltscheit illustrata da M. Boutavant.
Ma ad un leone cosa serve saper scrivere, a lui basta saper ruggire, mostrare gli artigli, spaventare gli altri animali, o no?
Eppure un giorno vede una leonessa, bellissima, che stava leggendo. E una leonessa che legge deve essere una vera signora, il leone non si può avvicinare e ruggire e basta. Così decide di scriverle una lettera d'amore.
Ma se non sa scrivere?
Chiede aiuto agli altri animali con fare da leone, ovviamente, mica chiede "per piacere".
Ma c'è un problema, ogni animale a cui chiede scrive la lettera a modo suo e non rispecchia i sentimenti e i desideri del leone, ma i propri. Ad esempio la scimmia scrive che vorrebbe fare salti sugli alberi e mangiare banane con lei, l'ippopotamo vorrebbe condividere bagni nel fango e alghe, la mosca cosparge la lettera del suo profumo preferito (bleah!).. 
La lettera della giraffa se la mangia il coccodrillo, ma probabilmente neanche la sua sarebbe andata bene, così come quella del coccodrillo e dell'avvoltoio.
Il leone è disperato.
Urlando e ruggendo dice tutte le belle parole che avrebbe voluto scrivere alla leonessa.
"E perché non le hai scritte tu, allora"
Il leone si voltò: "Chi ha parlato?"
Indovinato?






E dall'alto del ramo, affianco alla leonessa, il leone guarda gli animali che con i loro corpi formano le lettere dell'alfabeto A, B, C...
Perché non è mai troppo tardi per imparare e se si ha fiducia nelle proprie capacità e si ha voglia di mettersi in gioco, con impegno, si può fare tutto!

Curiosità:
Questo libro è stato pubblicato per la prima volta in tedesco, nel 2002. E' stato poi scelto dall'Agenzia Nazionale Francese per la lotta contro l'analfabetismo come testo che sottolinea la possibilità di rendere accessibili la lettura e la scrittura a tutti.
La dedica iniziale recita:
Perché tutti i lettori più piccoli possano familiarizzare con i libri e le storie, scoprire il piacere e l'interesse di parlare e agire nel mondo in cui vivono, l'Agenzia nazionale francese della lotta contro l'analfabetismo ha scelto di valorizzare le iniziative che mettono i bambini a contatto con i libri e li aiutano a entrare progressivamente nei primi passi dell'apprendimento.
Lontano dalle idee acquisite sull'analfabetismo, questo libro concorre a un obiettivo maggiore: quello di cambiare il modo di guardare le persone con cui si viene in contatto, e di rendere possibile ai lettori di tutte le età, l'accesso alla lettura, alla scrittura e alle competenze di base che favoriscono quella scintilla che accende loro la voglia di apprendere.
Marie-Thérèse Geffroy 
Presidente dell'agenzia nazionale francese per la lotta contro l'analfabetismo

giovedì 2 giugno 2016

Chi trova un pinguino...


Era da un po' che volevo parlarvi di questo libro, una piccola coccola che gira per casa da tempo. Oggi finalmente, complici la pioggia e il giorno di festa, riesco a prendermi un attimo per farlo.
Il libro è Chi trova un pinguino... di Oliver Jeffers.
E' un libro semplice, sincero e tenero che inizia con il classico "C'era una volta..."
Un bambino un giorno apre la porta di casa e trova un pinguino, ma da dove è arrivato? si è perso?
Il pinguino sembra triste e il bambino decide di aiutarlo. Chiede all'ufficio oggetti smarriti, a degli uccelli che passavano di lì, alla sua paperella di gomma, ma niente... allora guarda sull'enciclopedia e scopre che i pinguini abitano al Polo Sud.
Decide così di partire per accompagnare a casa l'animale.
E qui inizia l'avventura e le emozioni che la storia e gli acquerelli delle illustrazioni ci trasmettono.
I vari toni del blu/azzurro e del verde si mescolano e cambiano mentre cresce l'amicizia tra il bambino e il pinguino, superano ostacoli, si raccontano storie e imparano a conoscersi.
Quando giungono finalmente al Polo Sud e il pinguino scende dalla barchetta, i due amici si separano. Ma sono tristi e soli. Il pinguino non si era perso, si sentiva solo.




E così il bambino, da buon amico, torna indietro, a cercare il pinguino!
Perché chi trova un pinguino...trova un tesoro!
Il racconto è meraviglioso, la dolcezza della storia e delle immagini entra dentro al lettore solo sfogliandolo. I colori che si mescolano, si confondono e si scambiano nelle loro diversità sono la metafora perfetta dell'amicizia.
Perché l'amicizia è un dono eccezionale, in tutte le sue forme, e si nutre della diversità dei suoi soggetti. Infatti il bambino e il pinguino sono profondamente diversi, ma ciò nonostante tra loro nasce e cresce un sentimento unico e speciale.
Questo libro è per i bimbi, ma è anche per noi grandi. Io personalmente lo regalerei a tutti i miei amici, vicini e lontani, perché sono un tesoro prezioso e per loro andrei e tornerei dal Polo Sud mille volte!

giovedì 28 aprile 2016

Signor Alce


Fa freddino in questi giorni di primavera. Pile e pile di vestiti girano da una cassettiera all'altra di casa mia, aspettando (per ora invano) che mi decida a fare il cambio di stagione.
E mentre vago da una stanza all'altra la mia mente ricorda un libro, letto qualche tempo fa con i bimbi, dove un Alce, al primo freddo di settembre, decide di fare il cambio armadi.
Si tratta di Signor Alce, scritto da Davide Calì e illustrato dalla bravissima Sara Welponer.
La storia narra del Signor Alce, signore di montagna molto routinario, con una sedia preferita, una bevanda preferita per l'estate e una per l'inverno, un colore preferito, un dolce preferito…. Sistemando l'armadio scopre che le tarme hanno smangiucchiato il suo maglione preferito, così decide di andare a comprarne un altro, uguale!
Un giorno andando a fare la spesa, Signor Alce scopre che Bruno, il carpentiere, si è rotto una gamba.
Anche Bruno vive solo, così Alce decide di andare a trovarlo per portargli qualcosa.
Inizia così un viavai del Signor Alce verso la casa di Bruno, con la scusa di portare qualcosa al nuovo amico ogni giorno.
E ad ogni viaggio cresce l'amicizia tra i due.
Il libro è quasi privo di dialoghi, i due sono solitari e silenziosi, ma si capisce dal racconto, dai gesti dei due protagonisti, dai colori caldi e dai dettagli delle illustrazioni quanto grande è l'amicizia tra Bruno ed Alce.


Finalmente un giorno Bruno si toglie il gesso. Quella sera mangiando castagne l'orso confessa di ritenere Alce il suo migliore amico. Alce è contento, non aveva mai pensato di poter essere il migliore amico di qualcuno.
E' un libro molto dolce sull'amicizia, ma anche sulla solidarietà. 
Aiutando qualcuno, il solitario Alce si sente utile, esce di casa e scopre che aiutando il suo nuovo amico può guadagnare anche lui qualcosa di prezioso e importante: la sua amicizia!
Stasera mi berrò una bella cioccolata calda, bevanda preferita del Signor Alce in inverno, vediamo se domani mi viene voglia di fare il cambio armadi!

sabato 12 marzo 2016

Voglio un abbraccio


Cosa c'è di meglio dopo un pomeriggio di corse e baseball col papà, che leggere un bel libro sul divano, sotto un morbido pile con la mamma?
La scelta è stata un simpatico racconto, comprato tempo fa in una piccola e meravigliosa libreria dell'altipiano, di John A. Rowe dal titolo Voglio un abbraccio!
La storia narra del piccolo e dolce riccio Riccardo che vorrebbe tanto un abbraccio. Ma nessuno glielo vuole dare per paura di farsi male con i suoi pungenti aculei.
Riccardo è triste, anche perchè gli altri animali non sono molto gentili e lo cacciano via in malo modo. "Sciò, sei troppo spinoso" gli dicono, oppure "Fossi matto! con tutti quegli aghi pungenti!", o ancora "sei pericoloso con tutti quegli aghi.. Vattene via!"....
I bimbi, che sono sempre molto empatici si intristiscono vedendo il musino mogio di Riccardo e immedesimandosi nella sua voglia di essere abbracciato.
Noi adulti invece possiamo fare un passo avanti e riflettere sul fatto che quando due persone si abbracciano, più è grande il bene che c'è nell'abbraccio e più c'è il rischio che qualcuno possa ferirsi con gli aculei dell'altro.
Ma c'è sempre qualcuno pronto a correre questo rischio, qualcuno a cui non importa dei tuoi aculei e che vorrebbe disperatamente un bacio.
Ad un tratto, infatti, si sente una strana richiesta: "C'è qualcuno che mi dà un bacio? Solo un bacetto, uno piccolo, non chiedo altro!"
E' Cirillo il coccodrillo! Nessuno vuole baciarlo perchè è brutto.
Ma Riccardo sì, lui lo bacia, se cirillo lo abbraccia.
E così tutti sono felici, Riccardo che ottiene il suo abbraccio, Cirillo a cui viene dato un grosso bacio sul naso e i piccoli lettori che saltano e abbracciano e baciano mamma e papà!




Perchè in fondo, come diceva mia mamma, anche una pentola storta trova sempre un coperchio!!!
Ma soprattutto, abbracciamoci, baciamoci e non dimentichiamo di dirci quanto ci vogliamo bene, non costa niente e ci rende molto più felici..
Si è capito che ci è proprio piaciuto tanto? Considerando anche il fatto che il papà in questi giorni mi chiama "istrice" a causa del fatto che sono un po' nervosa... che anch'io voglia un abbraccio?

sabato 5 marzo 2016

In bocca al lupo


Chi non conosce la storia di Cappuccetto Rosso, la nonna, il lupo e il cacciatore?
Tutti noi l'abbiamo letta e ascoltata centinaia di volte.. La più conosciuta è la versione dei fratelli Grimm in cui la piccola bimba col cappuccio rosso viene invitata dalla mamma a portare una torta o delle frittelle alla povera nonna malata al di là del bosco. La piccola incontra un terribile lupo cattivo che con l'inganno si fa dare l'indirizzo della nonna. Quando la bimba arriva a casa della vecchietta questa è stata divorata dal lupo, che ha preso il suo posto, e dopo il famoso dialogo (che occhi grandi, che orecchie grandi, che bocca grande) anche lei fa la stessa fine. L'epilogo vuole il bravo cacciatore che uccide il lupo e salva tutti!
A noi piace tanto, considerando anche il rapporto d'amore/odio che ha il piccolo Tommaso con i lupi.
L'intento, soprattutto nella versione di Charles Perrault (senza lieto fine) era quella di insegnare ai bambini a non dare retta agli sconosciuti.
Ma se in realtà le cose fossero andate in maniera un po' diversa da quella che abbiamo sempre sentito e immaginato?
Nel libro In bocca al lupo di Fabian Negrin la nota favola è raccontata dal punto di vista del lupo Adolfo.




Il buon Adolfo è un tipo tranquillo. Un giorno incontra una meravigliosa creatura vestita di rosso e temendo di fare brutta figura per il suo aspetto si traveste da bosco e fa la sua conoscenza. Scopre che è una bambina e che sta portando uno specchio alla sua nonna.
Bambine? non avevo mai visto animali di quella specie.
Pensai che la nonna, che non riusciva a starsene un solo giorno senza specchio, doveva essere ancora più bella.
I personaggi sono quelli della storia che conosciamo. Ma come finirà? La storia bene o male è sempre quella, ma la versione raccontata dal lupo ne fa quasi una favola nuova.
I disegni sono delle vere e propre opere d'arte ci portano nei mondi segreti dell'autore che ha vissuto tra l'Argentina, il Messico e l'Italia e che oltre ad un gran narratore e gran disegnatore è anche un poeta romantico.
Non credo che il libro abbia un insegnamento, come la storia da cui è stato tratto, credo che l'autore volesse solo darci una diversa versione, un diverso punto di vista, perchè in fondo siamo così sicuri che la nostra visione delle cose sia sempre quella giusta?



martedì 19 gennaio 2016

Gisella pippistrella



Da gennaio a scuola di Tommaso inizia il cosiddetto "scambio del libro", al venerdì i bimbi possono andare nella biblioteca della scuola e scegliere un libretto da portare a casa e leggere con i genitori nel weekend.
Tommy ha scelto Gisella Pippistrella, un bellissimo racconto di Jeanne Willis illustrato da Tony Ross.
E' un libro che avevo sentito nominare però non sapevo di cosa trattasse. L'entusiasmo e l'eccitazione del mio piccolo puffo mi hanno subito contagiato.. saltava per casa dicendo "è bellissimo, mamma, dobbiamo leggerlo subito!"
E devo ammettere che aveva ragione.
Nella savana un giorno arriva una pippistrella, di nome Gisella, un po' matta e tutta strampalata perché capisce tutto al rovescio. Vorrebbe un ombrello per ripararsi i piedi dalla pioggia e ha paura che se il fiume si ingrossa le si bagnino le orecchie.
Gli altri cuccioli sono preoccupati e vanno a chiedere aiuto al Gufo saggio.


Il Gufo va da Gisella per verificare e le fa qualche domanda: com'è fatta una montagna? E Gisella risponde semplicemente che è larga in alto con una punta in basso. E un albero, com'è fatto? Ha il tronco in alto e le foglie in basso.
Voi avete capito?
Tra le risate dei bimbi proseguiamo la lettura. Il saggio Gufo ad un certo punto punto chiede ai cuccioli: avete mai provato a guardare le cose dal punto di vista di Gisella?
Tutti gli animali allora si mettono a testa in giù, e anche noi che leggiamo dobbiamo metterci a testa in giù se vogliamo riuscire a leggere visto che... è tutto scritto sottosopra!!
E scopriamo che Gisella aveva ragione! Non era matta, semplicemente vede le cose da un altro punto di vista!
alla fine i cuccioli si scusano con Gisella per averla reputata una stupida.


Penso che nella società di oggi dove molti pensano di avere la ragione in tasca e di sapere tutto un libro come questo sia molto utile. Per i bambini che imparano che il mondo ha diverse prospettive, ma anche per noi adulti... quand'è stata l'ultima volta che abbiamo provato a guardare le cose dal punto di vista di un altro, senza giudicarlo sciocco o matto?